IoT per l'industria: compri o fai da te?

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Nel 2020 il 23,1% delle aziende italiane con almeno 10 dipendenti ha utilizzato tecnologie IoT, l'8,6% ha analizzato dati raccolti automaticamente per ottenere informazioni sull'utilizzo dei propri servizi, dati che nel 31% dei casi provengono da 'dispositivi intelligenti' e sensori digitali (fonte: ISTAT).

Le aziende italiane si stanno accorgendo dei vantaggi della quarta rivoluzione industriale, hanno ormai capito che possono monitorare e ottimizzare i processi produttivi, prendere decisioni più rapidamente e avere maggiore visibilità su come le risorse vengono utilizzate.

In particolare, i costruttori di macchine e di impianti industriali possono gradualmente spostare il loro focus dal prodotto al servizio, passando quindi a un modello di business basato su un'entrata ricorrente. L'azienda manifatturiera non acquista una linea di produzione, ma il servizio che questa offre, garantito nel tempo. Le tecnologie attuali sono già abilitanti, perché la macchina connessa può dare e ricevere informazioni, notifiche e aggiornamenti sul proprio funzionamento e sulla propria efficienza, segnalare la necessità di manutenzione e ricambi. Il costruttore può offrire servizi e garanzie che prima non erano possibili, e l'utilizzatore ha la possibilità di concentrarsi su ciò che davvero lo riguarda: la produzione.

Ora però la maggior parte di essi si trova di fronte a un passo da fare, che porta a una decisione da prendere: quale servizio scegliere? Perché non costruire (o farsi costruire) una soluzione tagliata sulle proprie necessità? L'ampia disponibilità di Infrastrutture come Servizio (IaaS) attira molto l'interesse soprattutto delle medie imprese. Una società strutturata, con un buon livello di digitalizzazione interno e qualche risorsa disponibile, può stilare velocemente un elenco di vantaggi: integrazione con i sistemi esistenti, completo controllo sullo sviluppo e sulle funzionalità, progettazione modellata sugli attuali processi aziendali. Tuttavia nella realizzazione di una piattaforma IIoT ci sono aspetti che inizialmente si tendono a sottovalutare.

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Il livello di complessità è molto alto, date le numerose tecnologie coinvolte: il team di sviluppo deve avere un elevato livello di specializzazione e di esperienza con dispositivi industriali, infrastrutture cloud, applicazioni on-premise, e la loro integrazione. Migliaia di ore di lavoro vanno impiegate per lo sviluppo di una soluzione che deve esaudire tutte le specifiche attuali, ed essere aperta ad evolversi per esigenze, tecnologie e integrazioni future. A seconda del tipo di macchine o impianti offerti, potrebbe essere necessario un hardware dedicato, che richiede a sua volta un firmware da mantenere aggiornato, con connessioni cellulari e protocolli di comunicazione industriali non sempre aperti e facili da implementare. Il sistema deve continuare a garantire una certa prestazione anche in caso di fault di qualche anello della catena. Ma c'è un altro fattore.

Nel 2020 il secondo settore colpito dagli attacchi informatici è stato quello manifatturiero, nel 35% dei casi gli hacker hanno sfruttato le vulnerabilità dei sistemi, mentre il phishing rimane la seconda causa (fonte: IBM).

Questo non deve spaventare, ma mettere in guardia: improvvisare, in questo settore, è molto rischioso. Ci sono standard industriali specifici che forniscono importanti linee guida per le infrastrutture e i processi aziendali, ma è fuori di dubbio che per creare e mantenere aggiornato un complesso sistema IIoT occorre rivolgersi a degli specialisti. Ma è possibile procedere per gradi?

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La rivoluzione digitale non deve necessariamente avvenire dall'oggi al domani. Si può cominciare installando un hardware, attivando i servizi successivamente. Si può cominciare a offrire assistenza remota (come ormai molte aziende fanno), e creare delle dashboard successivamente. Si può iniziare a raccogliere i dati, e condividerli nella propria infrastruttura in un secondo momento, valutando gli strumenti di analisi più adatti. Ogni azienda dovrà valutare la propria personale strategia di digitalizzazione, basata sulle proprie esigenze e sulle proprie risorse, e quelle che non lo fanno potrebbero incontrare difficoltà in futuro.

Un sistema di produzione più controllato e ottimizzato porterà a un migliore sfruttamento delle risorse, a un maggiore rispetto dell'ambiente, a una maggiore disponibilità di beni e servizi. La strada può sembrare lunga, ma è ben definita, e la quinta rivoluzione industriale è alle porte...